Ci fu un tempo, prima di Facebook, che vennero di moda i blog.
Già allora non li vedevo di buon occhio, come poi successivamente, e anche peggio, non vidi (e non vedo) di buon occhio Facebook, G+, Twitter (*) e social vari.
Non capivo (e non capisco) tutta questa voglia delle persone di far conoscere al mondo i fatti propri. Certo, alcuni blog, soprattutto quelli tecnici (e per tecnica si intende anche la preparazione di torte), risultano utili.
Certamente altri blog sono interessanti, e contengono idee e spunti utili (troppo spesso dovendosi destreggiare fra pubblicità e link ingannevoli). E questo mio modo di vedere un po' critico, mi ha sempre reso riluttante dallo scrivere su internet (in realtà un blog senza pretese, su cui una volta l'anno scrivo qualche howto legato a Linux, ce l'ho anche io).
Inoltre, fra milioni di bravissimi scrittori e gente addottorata, a chi può interessare quello che scrive una persona qualunque?
Ma questa cosa del fediverso mi affascina. È una ventata di aria fresca nell'internet, dopo anni di spadroneggiamento da parte delle grandi corporazioni. Un ritorno all'internet precedente al 2000. Quando c'era da sperimentare, quando gli utilizzatori o i fruitori, erano anche i creatori dei contenuti e spesso delle piattaforme, quando tutto era in fermento e in movimento, quando tutto vibrava, quando le cose comparivano e sparivano, quando l'anonimato e le identità multiple erano un valore e non delle cose da perseguire.
(*) Twitter in principio non lo capivo. Non capivo il senso. Successivamente fu l'unico che digerii perché permetteva in poche righe di venire a conoscenza di qualcosa da approfondire successivamente. Ovviamente seguendo solo determinati account. Ma anche lì, seguendo l'account di uno sviluppatore di software, alla fine mi devo sorbire anche le peripezie del suo gattino. Perché?
Quindi proviamo con questo blog nel fediverso, tenendo una specie di diario sulle mie peripezie nella marcia verso la #degooglizzazione La piattaforma sembra interessante: niente distrazioni, pubblicità a sorpresa, popup che spuntano quando stai per chiudere la pagina, pesanti interfacce per editare il teso, tutto minimalista finalmente. Vediamo quindi come andrà. Probabilmente mi stancherò di scrivere presto.
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