ἱκανόν ἐστιν (hikanon estin) smetterla o va bene così?

Analisi da parte di Fraternità SRH di un versetto molto poco compreso

Eccoci di nuovo qui a trattare di traduzioni che possono modificare il senso della frase e della psicologia di Gesù. Nello specifico oggi trattiamo di versetti che normalmente non sono molto letti nelle celebrazioni cattoliche, perché mostrano un aspetto di Gesù in antitesi con l’immagine che da circa due mila anni ci è propinata. Il mite e umile agnello sacrificale, proprio così mite e umile lo è? Molti per confutare l’immagine del Gesù mite, propongono la classica pericope dei cambiamonete del tempio e del modo con cui il rabbino Nazzareno li ha scacciati. Sicuramente in quel racconto, il “figlio” del falegname, non ha elemosinato un atteggiamento duro e risoluto, molto lontano dal “porgi l’altra guancia”. Tuttavia c’è il contesto, che porta tutti i sacerdoti a trovare una giustificazione a quel comportamento aggressivo: stava difendendo dall’iniquità la casa del padre suo. Per cui quel passo è sempre sul filo di lama della controversia. Tuttavia gli stessi vangeli ci offrono, in altre parti, lo spirito rivoluzionario e violento di Gesù, basta solo leggeri attentamente e non lasciarsi abbindolare dalla valenza che oggi attribuiamo ad alcuni furbi lemmi utilizzati dai traduttori. I versetti che esamineremo sono quelli tratti dal Vangelo di Luca 22:35-38. Ecco la versione della TILC (traduzione interconfessionale in lingua corrente). Usiamo la TILC e non la CEI 2018, perché la TILC è accettata da tutti i cristiani, che essi siano ortodossi, cattolici, anglicani, protestanti, evangelici, ecc. Ecco il testo:

Luca 22:35-38 tratto dalla TILC
35 Poi Gesù disse ai suoi discepoli: - Quando vi mandai senza soldi, senza bagagli e senza sandali, vi è mancato qualcosa? Essi risposero: - Niente!  36 Allora Gesù disse: - Ora però è diverso: chi ha dei soldi li prenda; così anche chi ha una borsa. E chi non ha una spada venda il suo mantello e se ne procuri una.  37 Vi dico infatti che deve avverarsi per me quel che dice la Bibbia: È stato messo tra i malfattori. Ecco, quel che mi riguarda sta ormai per compiersi.  38 Allora i discepoli dissero a Gesù: - Signore, ecco qui due spade! Ma Gesù rispose: - Basta!

Come si può inconfutabilmente leggere, Gesù incita i suoi a comprare una spada. Per chi non avesse compreso in quale parte del vangelo di Luca siamo, ci troviamo subito dopo la cosiddetta ultima cena, poco prima che venissero ad arrestare Gesù. In quel frangente tra la cena e l’arresto, nel vangelo raccontato da Luca, Gesù fa un po’ di cose:

  • Rassicura i dodici che sederanno su dodici troni per giudicare le dodici tribù del popolo d’Israele (Luca 22:30)
  • Avvisa Pietro che prima che il gallo canti, avrà dichiarato tre volte che non lo conoscerà (Luca 22:34)
  • Incita a comprare una spada (i versetti sotto esame)
  • Va a pregare sul monte degli ulivi (Luca 22:39 e successivi)

In questo contesto, normalmente la parte delle spade viene un po’ lasciata in sordina, perché non è proprio un atteggiamento di chi accetta la morte, ma piuttosto di uno che sta chiedendo ai suoi di difenderlo. Il tutto, tuttavia, è calmierato con una delle traduzioni più teologicamente volute. Infatti, la frase messa in bocca a Gesù nel versetto 38 è di tipo avversativo e con l’uso di un termine italiano, che con la frase così costruita, pone il lettore in una sola direzione, nella direzione del “è ora di smetterla con il vostro atteggiamento”. La frase in questione è questa: “Ma Gesù rispose: - Basta!”.

Come sempre, solo accedendo ai versetti delle fonti primarie è possibile comprendere se quel personaggio voleva dire di smetterla, con un comportamento così da “anarchici”, oppure incitava a proseguire. Anche questa volta ci affidiamo alla nostra Nestle – Aland 28° edizione che qui riportiamo:

Luca 22:35-38 tratto dalla versione greca della Nestle-Aland 28° edizione
35 Καὶ εἶπεν αὐτοῖς· ὅτε ἀπέστειλα ὑμᾶς ἄτερ βαλλαντίου καὶ πήρας καὶ ὑποδημάτων, μή τινος ὑστερήσατε; οἱ δὲ εἶπαν· οὐθενός.  36 εἶπεν δὲ αὐτοῖς· ἀλλὰ νῦν ὁ ἔχων βαλλάντιον ἀράτω, ὁμοίως καὶ πήραν, καὶ ὁ μὴ ἔχων πωλησάτω τὸ ἱμάτιον αὐτοῦ καὶ ἀγορασάτω μάχαιραν.  37 λέγω γὰρ ὑμῖν ὅτι τοῦτο τὸ γεγραμμένον δεῖ τελεσθῆναι ἐν ἐμοί, τό· καὶ μετὰ ἀνόμων ἐλογίσθη·* καὶ γὰρ τὸ περὶ ἐμοῦ τέλος ἔχει.  38 οἱ δὲ εἶπαν· κύριε, ἰδοὺ μάχαιραι ὧδε δύο. ὁ δὲ εἶπεν αὐτοῖς· ἱκανόν ἐστιν.

Di tutto questo a noi interessa solo questa parte: “ὁ δὲ εἶπεν αὐτοῖς· ἱκανόν ἐστιν”, in quanto è la parte del versetto che può far emerge il verso pensiero del “figlio” del falegname. Il punto è che non c’è molto da trattare, perché basta andare a prendere la English Standard Edition (la traduzione inglese approvata dai vescovi cattolici inglesi, l’equivalente della CEI italiana) per comprendere al volo il significato. Ecco qui proposti i versetti tradotti dalla ESV:

Luca 22:35-38 tratto dalla ESV
35 And he said to them, “When I sent you out with no moneybag or knapsack or sandals, did you lack anything?” They said, “Nothing.”  36 He said to them, “But now let the one who has a moneybag take it, and likewise a knapsack. And let the one who has no sword sell his cloak and buy one.  37 For I tell you that this Scripture must be fulfilled in me: ‘And he was numbered with the transgressors.’ For what is written about me has its fulfillment.”  38And they said, “Look, Lord, here are two swords.” And he said to them, “It is enough.”

E’ sufficiente leggere “And he said to them, “It is enough.”” (che traduciamo con “E Lui disse: “E’ abbastanza”) per comprendere che Gesù è compiaciuto del fatto che i dodici ci avevano già pensato loro e con abbondanza. Inoltre notate come la ESV traduca la frase non in modo avversativo, ma in modo continuativo, quindi ad indicare che il pensiero del nostro protagonista non era contrariato, ma ben contento. Comunque noi, pur avendo l’avvallo di una delle traduzioni cattoliche più autorevoli, proveremo a tradurre la frase “ὁ δὲ εἶπεν αὐτοῖς· ἱκανόν ἐστιν”. Come fatto in altri casi, useremo il sistema dell’interlineare per comprendere meglio:

Traduzione interlineare dal greco della seconda parte del versetto Luca 22:38
ὁ δὲ εἶπεν αὐτοῖς· ἱκανόν ἐστιν
Il e/ma egli disse a loro: “sufficiente questo è”

I punti salienti di tutta questa seconda parte del versetto sono la particella connettiva o avversativa δὲ, e il significato della parola ἱκανόν. Partiamo dal secondo, riportando la traduzione che uno dei vocabolari più utilizzati dagli studiosi riporta:

STRONGS NT 2425: ἱκανός
ἱκανός, ἱκανή, ἱκανόν (from ἵκω, ἱκανῷ; properly, ‘reaching to’, ‘attaining to’; hence, ‘adequate’); as in Greek writings from Herodotus and Thucydidesdown, sufficient;

Come si può leggere, il significato di ἱκανόν è sufficiente, propriamente, adeguato. Quindi una valenza positiva e non avversativa. Da qui arriviamo alla particella δὲ, che sempre lo stesso vocabolario fa notare:

STRONGS NT 1161: δέ
δέ (related to δή, as μέν to μήν, cf. Klotz ad Devar. ii. 2, p. 355), a particle adversative, distinctive, disjunctive, but, moreover (Winers Grammar, § 53, 7 and 10, 2); it is much more frequent in the historical parts of the N. T. than in the other books, very rare in the Epistles of John and the Apocalypse. (On its general neglect of elision (when the next word begins with a vowel) cf. Tdf.Proleg., p. 96; WHs Appendix, p. 146; Winers Grammar, § 5, 1a.; Buttmann, p. 10f) It is used:

  1. after a parenthesis or an explanation which had led away from the subject under discussion, it serves to take up the discourse again (cf. Winer’s Grammar, 443 (412)): Matthew 3:4; Luke 4:1; Romans 5:8; 2 Corinthians 2:12; 2 Corinthians 5:8; 2 Corinthians 10:2; Ephesians 2:4; cf. Klotz ad Devar. ii. 2, p. 376f.

Cioè: “dopo una parentesi o una spiegazione che aveva portato via dal soggetto in discussione, serve nuovamente per riprendere il discorso”. E in questo caso è proprio così! Gesù era il protagonista della prima parte del discorso delle spade. I discepoli lo interrompono, perché vogliono mostrargli di averci già pensato e con abbondanza, quindi Gesù riprende il discorso. In questo contesto, la particella ha valore connettivo e, quindi, tradurla con valore avversativo “ma” non rispecchia il significato della stessa utilizzata dagli evangelisti, anche in altre parti dei vangeli.

Il punto è che tradurre “Ma Gesù rispose: - Basta!”, al posto di “E Gesù rispose: - Va bene!” è ben diverso, anche se corretto. Infatti il verbo bastare ha come significato anche quello di essere sufficiente. Il punto è che utilizzando la particella avversativa “ma”, si induce a fornire alla parola “basta” una valenza di “terminare”, “smettere quello che si sta facendo”. In questo contesto in cui si parla di comprare delle spade, e soprattutto dopo che i dodici avevano mostrato di essere stati molto lungimiranti, i traduttori si sono attenuti ai significati più stretti della particella δέ, che è normalmente avversativa, così da tirarsi fuori da un problema molto più grosso: giustificare l’assenso di Gesù. Infatti, tradurre qui l’avvallo, vuol dire mostrare un presunto “agnello” molto meno mite e docile, ma più sovversivo e rivoluzionario. Tuttavia Luca non nasconde questo aspetto bellico di Gesù, chi lo nasconde è la traduzione dei cattolici italiani che evitano di far affiorare la natura sovversiva di questo personaggio.