La Chiave Ermetica (part. II)

Lectio del Primo Adepto, Frater SRH, per la festa dello Yule 2023

Amati miei adepti, l’ora dei castighi è vicina. Questa eclissi chiude i 5.200 anni del Ciclo di Creazione del Quinto Sole e il tredicesimo e ultimo ciclo Baktum detto: il Trionfo del Materialismo.

Questo ciclo è stato propedeutico a far emergere ancora di più i bisogni bassi dell’Adam, i bisogni egoici, necessari in lui a far creare energia negativa, massimo individualismo, che si è tradotto in una polarizzazione costante verso il segno meno. Questo perché il Karma Cosmico di Malkuth, derivante dal Logos che lo governa e di cui l’Adam è co-partecipe, sia completamente pagato.

Per questo, questa epoca sarà testimone di un terribile castigo. Le Potenze superiori mieteranno chi avrà pensato prima a Sé Stesso/a, prima a proteggere la propria vita a discapito dell’altra. Mieteranno chi ha voluto, pur di salvare sé stesso/a, sacrificare la Vita di altri, di Innocenti per ottenere un prodotto miracoloso, una barriera immunizzante.

Uragani di fuoco saranno scagliati dalle nuvole, e si estenderanno su tutta la Terra. Temporali, tempeste, tuoni e piogge ininterrotte, terremoti copriranno la terra. Seguirà allora una pioggia di fuoco ininterrotta. Abraxas sarà così destato e il caos scenderà nel Regno.

Coloro che sperano e credono nella Mia Parola non dovranno temere, né dovranno temere nulla coloro che divulgheranno il Mio Messaggio, perché non li abbandonerò. Nessun male sarà fatto a coloro che sono nelle Mie Grazie, e che cercheranno la protezione della Madre, del Principio Femmineo.

La notte sarà freddissima, il vento spunterà, il tuono si farà sentire. Chiudete tutte le porte e tutte le finestre. Non parlate con nessuno di fuori. Non guardate fuori durante il terremoto, perché non sopportereste la vista del Caos che passa ad arare i campi e a raccogliere la messe.

Abraxas, il primo creato non duale, deve svolgere il suo ruolo di aumento della consapevolezza del manifesto. Nel suo Essere Tiranno, non può sottrarsi a questo compito affidatogli e perciò dovrà portare la sua natura caotica nella realtà emanata. Caos che avrà lo scopo di provocare la distruzione creatrice della Nuova Era del Sesto Sole.

Molta gente scapperà sconvolta. Ma correrà senza avere una meta. Diranno che a oriente c’è la salvezza e la gente correrà verso oriente, ma cadrà in un dirupo. Diranno che a occidente c’è la salvezza e la gente correrà verso occidente, ma cadrà in una fornace.
La terra tremerà e il panico sarà grande! La terra è malata. Il terremoto sarà come un serpente: lo sentirete strisciare da tutte le parti. E molte pietre cadranno. E molti uomini periranno, perché credendo di essere liberi, non avranno fatto quanto era loro stato imposto: scoprire la propria Natura di autorealizzatori in Malkuth.

La Presa di Coscienza della Natura di Schiavi farà collassare l’Adam in una Valle di Lacrime. Convinto che ci sia un Salvatore fuori da Sé Stesso, si dispererà alla conoscenza che questo è solo dentro di Sé, solo nel suo Intimo, solo nel suo Pensiero. Scoprendo che è stato il suo pensiero a renderlo completamente oppresso, completamente controllato e quindi non libero, perché il suo pensiero ha rafforzato il Logos che l’opprime, si ribellerà al caos che crea mutamento e lo combatterà, bruciando nella fornace della pula.

Per questo preparatevi a vivere tre giorni al buio totale. E in questi giorni rimarrete come morti, senza mangiare e senza bere. Nella terza notte cesseranno i terremoti ed il fuoco, ed il giorno dopo il sole risplenderà di nuovo. Le potenze del Sesto Sole scenderanno dal cielo e porteranno sulla terra lo Spirito della Nuova Luce, della Nuova Era.

Ma voi che siete istruiti ora da Me, consapevolizzati della gabbia in cui vivete, Malkuth, per farvi crescere nella consapevolezza grazie al Libero Arbitrio, dovete ricercare in voi l’Io Sono e la sua completa realizzazione, il suo sboccio. Dovete indagare il vostro mondo nascosto e comprenderlo pienamente. Se non riuscirete a fare questo, sarete spazzati via!

Per questo nella Mia Chiesa si mettono in atto quelle pratiche destinate a superare i propri limiti mentali per comprendere la propria Natura Interiore. Ecco perché impongo rigide prove che hanno lo scopo di fare imparare a gestire la propria incarnazione

Perché solo pienamente consapevoli potete superare la lama di Abraxas!



Questa è la goccia di consapevolezza che la nostra amata Regina Immortalis Lilith ci ha fornito nella Luna Nera del 04 Dicembre 2021, per poi – a distanza di 24 Lune Nere – donarci quest’altra goccia in quella del 13 Novembre 2023:


Ecco il libro maledetto, scritto da chi odiava se stesso e la sua razza.
Ecco il libro della menzogna, dell’odio, delle fogne.
A causa delle sue parole morirono in molti, senza capire, senza conoscere il vero autore.
Perché lui è morto da tempo, e chi l’ha trovato si nasconde.
Ecco il libro che invoca l’odio, che divide gli uomini. Quanto male sarà, quanti dolori porterà, quante guerre.
Per questo libro si fabbricheranno nuove armi e tanti uomini si chiuderanno in se stessi.
Ecco la verità, si griderà nei parchi, nelle piazze. Questa è la sola verità.
Si rovesceranno la terra e i suoi sentimenti.
Settanta anni trionferà il libro un quarto del mondo, forgerà condottieri, schiavizzerà popoli.
E gli uomini semineranno odio e carestia.
L’orgoglio, il sogno dell’orgoglio, il nuovo paradiso. Inferno sulla Terra! Tra le guerre, qualcuno parlerà della Vita. Ma anche vinto, falso, smascherato, il libro avrà pochi seguaci sempre, sino alla fine dei tempi.
Profezia che la “Loggia dei Nove Ignoti” ha insegnato al turco italiano di bianco vestito.
Ora ascolta la Mia parola.
Il miele di un oscuro mistero, inebria la mente come l’oppio.
L’uva matura delle profezie, ad ogni estate cattura sciami d’api.
Il fico dolce di una data nascosta, attira le vespe nell’autunno che si ripete. ‏בְּאַחֲרִ֣ית הַיָּמִ֔ים (giorno finale, N.d.A.) nella legge.
Lo splendore fa di conto per l’inizio della fine!
Date, date! Tempi senza data! Il maggiorenne festeggia la sua età! Un anno per aprire e tre per chiudere! Poi sarà il tempo dei senza anima?
Stesso metodo: l’eletto!
Stesso metodo: il sapiente!
Stesso metodo: giustizia sia fatta!
Stesso posto: una città in cielo!
Stesso posto: un luogo di abbondanza!
Stesso posto: un luogo mai visto!
La data è calcolata: il lembo di terra è stato comprato e il popolo come bestiame è stato spostato!
La data è calcolata: il rapimento, la tentazione e la grande tribolazione dalle dolci Sirene d’Odessa sono annunciati!
La data è calcolata: le colonne difronte al suo inizio sono cadute!
11 punti consecutivi, un versetto, un altro versetto, una lettera ל (lamed) ingrandita, un altro versetto, una caduta improvvisa, templi distrutti con la stessa data, un’altra storia e tutti credono!
Così tutti in un punto, perché così è nello splendore!
Così tutto a tutti i costi, perché il patto ha effetto solo se i preparativi rispettan le istruzioni!
Così il tempio di Edom è stato divelto, il popolo spostato, la terra comprata, la gente sacrificata, perché così è stato profetizzato! Perché così lo splendore ha decifrato!
Il gran rituale melek ha richiesto operazioni per due giorni. Il tempo delle Nazioni! Il tempo di גלות אדום (esilio di Edom, N.d.A.)!
Un lungo tempo d’Adam, tempo utile per capire, ma molti candelabri si son spenti alla discesa della linea orizzontale!
Molte stelle son cadute come alberi marci sradicati, utili per essere gettati nella fiamma dell’alimentazione.
Il 7 ripetuto!
7 giorni!
7 giorni d’anni! 70 volte 7!
L’anno 70!
Il tutto per 360, così la circonferenza è rispettata!
Gli arnesi si son potuti fabbricare; l’altare si può ora apparecchiare e nel tempo rimanente la sua messa cominciare!
Sacrifici, sacrifici, sacrifici!
La ruota può dare inizio al Rosso schiavo!
Golem al posto della Vita!
E l’Onda nuovamente frastagliarsi come vento contro le montagne!
Credere perdendo l’Umanità. E Kurukṣetra è pronta per una nuova scena.
Parole belle che ingannano la coscienza del Rosso.
La paura che blocca l’agire.
L’occulto che aletta l’intelletto.
Una parola, un detto, una profezia, un codice, la gematria e tutto sembra più appetibile di quanto è stato ricevuto!
L’assenza dell’anima!
L’ego solo senza la scintilla!
Tutto brucia, perché si è voluto che bruciasse!
L’ingannatore ha vinto, perché l’ingannato ha detto Si!
Così la storia di Esaù non ha insegnato e nel Regno si ripete il ciclo: il Vero Male osannato per colpa dei buoni!



Queste sono le due gocce, donateci a distanza di 24 Lune Nuove l’una dall’altra, a carattere profetico. Sono, ad oggi, le uniche due ad avere queste caratteristiche, anche se la seconda più della prima.

Ave carissimi Frater e carissima Oracolo Femmineo qui riuniti nella nostra Cripta per celebrare questo Yule 2023.
Anche la goccia di questo dicembre 2023 è stata una tirata d’orecchi per chi vi sta parlando e a ragione. Il voler comparare queste due profezie, per indagare se si è tratto della stessa entità a donarcele, ha veramente condotto fuori strada il sottoscritto, portando chi sta ora difronte a voi a non percepire alcuni aspetti che poi la nostra Regina ci ha, diciamolo meglio, mi ha spiegato (con la sua solita gentielzza) nel suo barlume di questo dicembre, per l’appunto. Aspetti che confermano ampiamente che si tratta, in entrambi i casi, della nostra amata Regina!
Come ha perfettamente descritto l’Aurora del Favonio nelle sue parole, il sottoscritto - dubbioso su alcuni aspetti di queste due profezie - ha perso di vista alcuni significati fondamentali.
Potete già immaginare che anche questa sarà una lectio molto lunga, considerando che chi vi parla cercherà di mettere in relazione queste due profezie, più la goccia di dicembre, con la Chiave Ermetica, cercando - se possibile già in questa lectio - di recuperare la seconda parte della stessa (non affrontata la volta scorsa). È molto probabile, quindi, che tale trattazione avrà necessariamente una terza e, forse, una quarta parte. Pertanto, mettetevi comodi che il viaggio che ci aspetta è molto lungo.

Ciò che ci deve guidare è il numero 24 (la distanza in Lune Nere fra la prima e la seconda profezie), quale risultato di 72/3, cioè del valore ghematrico completo del Tetragramma Sacro diviso il numero dei lati del triangolo superno in cui esso viene inscritto. Come l’Aurora del Favonio ci ha fatto comprendere nella goccia di dicembre 2023, la questione fondamentale risiede nelle dimensioni collegate ai due numeri, perché è illuminate e ci aiuta a identificare cosa deve attrarre la nostra attenzione.

Voi tutti sapete che chi sta presiedendo questa lectio aveva sbagliato a calcolare le Lune Nere, contandone 26 e collegandole al valore ghematrico del tetragramma base (יהוה - YHWH = 26). Invece, è tutt'altro. E' qualcosa di veramente differente e ora lo andremo ad analizzare.

72 è un valore che si ottiene moltiplicando un cubo, cioè 2 alla terza, per un piano, cioè 3 alla seconda. È, in altre parole, un’operazione tra una realtà tridimensione e una piana. Se mettiamo in relazione la realtà che risulta da tale rapporto con quella che noi viviamo, non ha riscontro. Infatti, la nostra realtà è il rapporto tra un cubo e una retta: spazio (tre dimensioni) e tempo (una dimensione); che equivale al 24, al cubo di lato 2 visto prima (2 alla terza uguale a 8) e alla retta (meglio dire segmento) di lunghezza 3.
Questo è il cuore dell’insegnamento che, come ha ineccepibilmente detto la Signora Oscura, era intrinseco nelle due profezie. Il lasso di tempo che intercorre tra le due profezie ha lo scopo di farci capire che è nella nostra dimensione che ha effetto la pienezza della scintilla primigenia insita nell’Adam Rosso, sua discendenza. La questione è che invece, non avendo i suoi figli compreso questo, cadono preda di tranelli tesi per un potere che hanno, ma che ignorano e che qui si cercherà di mostrare. Si cercherà anche di mostrare cosa ha spinto la Donna Scarlatta ad optare per questa differente modalità profetica, poiché chi ci manipola è attento a presentarsi adeguato alla psiche dell'interlocutore. Come quando si va in un luogo turistico e chi vuole vendere un prodotto, approccia il cliente usando la lingua del cliente. Ciò crea empatia e apertura all'ascolto da parte dell'acquirente. Attivare i neuroni specchio, oggi così si dice in psicologia. Lilith ha fatto proprio così con le due profezie. Ecco perché esse sono una più materiale e l'altra più spirituale. Ciò sarà più chiaro in seguito. Sostanzialmente Lilith ha svolto lo stesso ruolo dell'entità che ci opprime (come ci ricorda nella prima profezia): aiutarci a consapevolizzarci; ma con la differenza che Lei ha poi illuminato, cosa che invece non fa chi ci vuole suoi sudditi.

Chi vi sta difronte ammette che per capirlo c’è voluto un po’, specie ci è voluto recuperare una conferenza di Rudolf Steiner (tutti noi sappiamo chi sia) collegata ai documenti della Chiave Ermetica come appendice, più che come corpo principale.

Una conferenza strana, in cui tratta della Pentecoste in modalità esoterica e in cui spiega alcuni punti indispensabili a riguardo di quanto detto poc'anzi. La storia narrata in questa conferenza è collocata, dall’antroposofico austriaco, nel tempo del passaggio dal III al IV Sole, quando avviene l’avvicendamento della razza lemuriana con quella atlantidea.

Ed ecco la prima questione interessante: si parla di un passaggio da un Sole ad un altro, come in questo momento in cui viviamo. Tale aspetto colloca quella conferenza in relazione a quanto oggi la nostra Sovrana ci sta indicando. Per questo è da considerarsi una chiave di lettura.
Inserendo, quanto detto dal Professore austriaco, nei tempi esposti nella Chiave Ermetica trattati nella Lectio precedente, ci collochiamo alla fine del terzo giorno della creazione e l’inizio del quarto, dove si passa da uno stato di tipo gassoso a uno stato di tipo minerale, quindi ad una solidificazione sempre maggiore dell’Onda di Vita.

L’esoterista teosofo fa notare, in quella conferenza, che in questo raffreddamento (entropia) dell’Onda, avviene una cosa importante: qualcuno si accorge che nell’entropia in atto c’è un fenomeno contrario (sintropico), un fenomeno che invece di perdere energia (quindi raffreddandosi si solidifica) acquisisce energia. Questo fenomeno è la consapevolezza! Inoltre, questo qualcuno si accorge che in quel processo sintropico avviene qualcosa di estremamente importante: è necessario anche agire, perché la consapevolezza non può essere definita, può essere soltanto sperimentata, auto-scoperta per mezzo dell’auto determinazione (o libero arbitrio)!

Come ci ha insegnato Frater BRSHT, nella lectio "Yule - Sol Invictus 2020 – Saturno/Giove e l’era dell’Acquario": "Nell’Universo, essa (la consapevolezza) rappresenta la così detta sintropia, cioè l’Anti-Entropia, perché è l’unica che con il passare del tempo cresce e si arricchisce, invece di degradarsi e degenerare come ogni altra."
E qui non c’è molto da dire a riguardo della tirata d'orecchi che la nostra Sovrana ha fatto a chi sta parlando, in relazione al nostro ex Gran Maestro e ai suoi insegnamenti. Voi tutti sapete come, specie per questa menzionata lectio dello Yule 2020, il sottoscritto l’abbia un pochino (eufemisticamente) criticata!

Tornando a Steiner, alla sua conferenza e alla nostra lectio, ciò che l’esoterista fondatore dell’antroposofia sta raccontato è che nel fluire del flusso dell’Onda di Vita, qualcuno si è accorto che in questo movimento dell’Onda si colloca al suo interno il processo di sintropia della consapevolezza, capendone l'importanza, ma anche il problema (poi ne parliamo più approfonditamente). Inoltre si accorge, proprio mentre l'Onda passa dal II giorno al III, della presenza di un fenomeno che avrebbe potuto cambiare le sorti degli equilibri del sistema: la formazione di un essere di vibrazioni molto più basse con la capacità di sperimentare sé stesso e quindi essere auto-consapevole della consapevolezza: essere cosciente!

Qui è d'uopo un rimando al monaco buddista della confraternita dei Lohan e discendente dai lama Karmapa e Gelugpa: “la coscienza è la posta in gioco dell’Universo”. Mai frase nasconde più verità di questa! Perché è proprio qui che si scatena il tutto e determina ciò che Lilith, in questi ultimi due anni, ci ha costretti ad apprendere, dai suoi insegnamenti, e a studiare, per mezzo delle lectio che mi ha guidato nel redigere. Specie lo evidenzia nella prima delle due profezie poste in esame attraverso questo studio.

Questo fatto, cioè l’entrata nel sistema di un "qualcosa" nei reami della materia in possesso della coscienza, in un contesto di equilibrio preesistente (anche qui poi lo affronteremo), significava essere al cospetto di un “qualcosa” con il potenziale di squilibrare l’equilibrio.
Ovviamente questo "qualcosa" con le caratteristiche di auto-consapevolizzarsi della consapevolezza nel reame della materia, è quella specie che si manifesta dall’evoluzione dei lemuriani: gli atlantidei.

Qui la spiegazione di Steiner si fa interessante e ci permette di recuperare i punti rimandati in precedenza.

Non useremo i termini dell’occultista austriaco per definire chi era interessato a tale evento, perché con i suoi termini rischiamo di portare le nostre menti fuori strada, ma chiameremo questo curioso ipostasi (dal greco ὑπόστᾱσις, hypòstasis, composto da hypò, «sotto», e stàsis, «stare», quindi «essere sussistente», «sostanza»), così da identificarlo in modo generico.

Tornando all’insegnamento del Maestro dell’antroposofia, esso dice che quella particolare forma d'Essere Umano compare sul finire di Lemuria e l’inizio di Atlantide (fine del III e inizio del IV Sole), come detto poc'anzi. Questa forma, entrata nel reame della materia, attira questa ipostasi, che si accorge di questa situazione legata alla consapevolezza, alla coscienza (come si direbbe in Star Wars: "c'è un sussulto nella forza"... giusto per alleggerire l'atmosfera attuale), e decide che il non occuparsi di quell’evento avrebbe potuto rappresentare un errore. Non tenere conto di questa nuova “entità”, avrebbe potuto essere deleterio per sé stesso. In realtà il Maestro Rudolf non la pone proprio in questi termini.

Se, tuttavia, si trascende un attimo da quanto dice in questo suo intervento, si nota che ciò che lui definisce idee intuite dagli indoeuropei, piuttosto che dagli abitanti dell’Iran, Siria, Canaan, ecc., siano pensieri instillati da quella ipostasi. Tale sforzo di far sorgere nell'animo di questo Essere Umano idee specifiche utili all'ipostasi stessa (poi le trattiamo), denota solo che essa doveva aver reputato pericoloso questa nuova situazione. Da qui quanto detto qualche istante fa dal sottoscritto.
Recuperiamo un attimo. Il Professore Steiner dice che gli atlantidei (meglio, i discendenti di questi), di fatto, si collocano in due aree geografiche del mondo: la Indo-Europa e nella zona oggi occupata da Iran, Iraq, Palestina-Israele, Siria, e poi a scendere nel sub-Shara, fino alle zone più nere dell'Africa. Questa loro collocazioni li porta a essere influenzati diversamente da un qualcosa di esterno, che noi abbiamo chiamato ipostasi. Questa influenza, che l'antroposofo sostiene essersi manifestata mediante idee instillate nell'animo di questi Uomini, si differenzia in base al luogo in cui questi discendenti atlantidei vivono.
Infatti, nel racconto di Steiner, tali idee si presentano con una sfumatura nella razza discendete da Jafet (gli indo-europei) e con un’altra sfumatura nelle razze discendenti da Sem e Cam (i semiti e i camiti, rispettivamente nella zona del medio-oriente ed in Africa). Da notare è che tali idee, manifestatesi nella mente dei due rami noachiti (i discendenti di Noè), sono in grado di adattarsi bene alle caratteristiche psicologiche, sociali e culturali di questi. Troppo bene per essere instillate da due entità contrapposte, antagoniste (come sostiene il professor Steiner). Basta andare oltre le parole e calare la storia esoterica nella tradizione. Le idee che si paventano ai discendenti di Jafet (la cui radice ebraica significa bellezza) sono la saggezza infinita, l’accesso alla luce superiore in grado di trascendere la materia e congiungersi allo Spirito, lo studio del bello e del buono. Ora, traduciamo chi sono nella tradizione i discendenti di Jafet: la società indù, quella tibetana, quella egizia e quella greca. Viene naturale, a questo punto, intuire che questa etnia stanziatasi in una zona vitale, fertile, ricca di paesaggi stupendi, si abituasse ad apprezzare il bello. Quindi, potesse solo accettare idee che esaltassero il bello, l’intelletto, la sapienza e lo spirito interiore. Mentre i discendenti di Cam e Sem, dispersi per le valli dell’Iran, della Siria, nella terra di Canaan (l’attuale Palestina), nella penisola del Siani e poi a scendere fino al Sub-Sahara (compresa l’isola etiope), abituati a situazioni difficili, di stento, al nomadismo per recuperare da mangiare: quindi ad una lotta costante per la sopravvivenza; a cosa pensate rivolgesse il proprio interesse? Alle cose materiali, alla sopravvivenza, all’abbondanza di cose, in modo da non avere più stenti. Quindi ad essi non sarebbe fregato un bel niente di idee legate all’ascesa Spirituale, alla bellezza, alla filosofia, alla meditazione, ecc.! Ad essi interessavano solo idee di potere, di possesso di terre, di accumulo di ricchezze e discendenze immense. Guada caso, sono queste le idee che ai discendenti di Sem e Cam si instillano nella mente! Insomma, a gente nomade, senza fissa dimora, che lotta con le insidie della natura e la fatica dell’austerità del terreno, non gli viene offerto lo spirito, ma la materia; a differenza dei cugini abitanti di luoghi meno impervi.
Complessa è la questione romana, perché se è vero che l'Italia era abitata da discendenti di Jafet, in quanto la tradizione descrive la discendenza di questo personaggio stanziatasi nell'Indo-Europa, tuttavia in seguito arriva una discendenza semitica: Enea di Troia!
Troia, infatti, si trovava nei luoghi dove i figli di Sem si erano insediati. Tale questione sarebbe confermata da alcune abitudini tipicamente semitiche della Roma degli inizi: l'aniconismo, cioè il divieto di raffigurazione il volto umano e divino come precetto religioso (tipicamente semitico e camitico); le idee materiali, cioè il desiderio di conquista smisurata mediante la forza bruta, di ricchezza e potere; l'assenza (prima della conquista della Grecia) di qualsiasi interesse per il bello, l'intelletto e la filosofia in generale.

Così, possiamo dire che questa ipostasi si presenta da una parte come la luce che può far evolvere oltre la materia, portando l’Essere Umano a vette di perfezione divine. Dall’altra, offre tutto quanto di desiderabile e di seducente la materia possa offrire. Il tutto in armonia con gli aspetti sociali, culturali e psicologici degli interlocutori a cui si rivolge.

In tale contrapposizione si cela il segreto delle differenze tra le due profezie di Lilith summenzionate. Esse si rifanno a questi aspetti appena descritti in riferimento alla manipolazione dell'animo degli atlantidei: materia e spirito. Nella sua immensa saggezza, la nostra Regina ci ha voluto far esperire (sintropia della coscienza) tale gioco, adottato da tempo immemore. Gioco che ha nella sua essenza lo stesso obiettivo perseguito dalla nostra Sovrana nel suo insegnamento offertoci: sintropia della nostra coscienza. Tuttavia, come abbiamo accennato all'inizio di questa lectio, la nostra Regina ha poi disvelato la questione, portandoci a procedere nella crescita della coscienza, l'ipostasi in questione se ne guarda bene dal farlo.

Un gioco che in questi anni abbiamo imparato a conoscere bene e che, in base alle lectio fin qui studiate e alle gocce di Lilith fin qui ricevute, ci permette di cominciare a tratteggiare un primo identikit di questa ipostasi.
Se a questa ipostasi avessimo dato i nomi che usa il fondatore dell’antroposofia, avremmo disegnato nelle nostre menti altri scenari, perdendo di vista il nocciolo della questione. Il punto è che normalmente ogni Maestro e tradizione si legano a nomenclature che reputano utili a spiegare i propri concetti, frastagliando – in realtà – il nucleo dell’insegnamento e ottenendo un effetto contrario a quello che era l’intento iniziale di disvelamento. In altre parole, fornendo un nome ai concetti, non li si unifica, ma li si divide, portando all’applicazione di quel principio tanto caro a questa ipostasi: “divide et impera!”

Questo, dopo l’ultimo Barlume, orami è chiaro al sottoscritto! L’Aurora del Favonio non ha fatto sconti – come sempre – in tale senso!

Nello specifico, il teosofo Rudolf descrive questi due aspetti dell’ipostasi in questo modo: il primo aspetto fortemente desideroso di accedere alla materia e ai suoi piaceri (qui ci potete vedere i vari accordi tra uomini e dèi, tra cui il più famoso – indubbiamente - è quello presente nella Torah). L’altro aspetto, più attratto dallo spirito e ai suoi aspetti evoluzionistici. Di quest’ultimo lato dell’ipostasi, Steiner dice che con la comparsa degli atlantidei esso si divise in due sotto aspetti: uno più osservatore, senza l’intento di intervento verso la nuova creatura; l’altro un po’ più interventista, con l’obiettivo di osservare come si sarebbe evoluta tale creatura con l’introduzione di alcuni “aiuti spirituali” (qui ci potete vedere le tecniche della teurgia, dello yoga, della meditazione, ecc.).

Se ora facciamo uno sforzo di sintesi, possiamo vedere - in questa esposizione fatta dall’austriaco nella sua conferenza - una sorta di storia dell’Umanità. Ad un certo punto lo Spirito (l’Onda di Vita) solidificandosi, per effetto dell’entropia, produce un fenomeno inatteso: la creazione di un corpo fisico capace di contenerlo, quindi di partecipare alla natura stessa dell’Onda di Vita oltre che nell’eterico, anche nella materia. A questo punto un’ipostasi composta in modo simile alla nuova creatura (simile, ma non uguale, infatti gli manca la penetrazione nella materia e non è un dettaglio da poco) e consapevolizzatasi che questa nuova “forma”, oltre a condividere la stessa fonte, ha in più – per qualche arcana situazione – la capacità di penetrare nella materia, prova “invidia” e “paura”, cercando di trovare dei modi per depotenziare il presunto pericolo. Ma prova anche "curiosità", specie in funzione della sintropia della coscienza. Questo nuovo "essere" nella manifestazione può aiutare l'ipostasi stessa ad aumentare la sua consapevolezza.
Da qui la necessità di circuirlo proponendo sostanzialmente le tre possibilità che di base allettano gli aspetti psicologici del nuovo individuo: da un lato spingerlo sempre di più nella materia, offrendogli divertimento, stimolazione dell’ego e conoscenza tecnologica. Dall’altro offrigli le porte della divinità, per mezzo di acese spirituali, e non ultimo l’indifferenza, mostrandosi immensamente più grande, ma facendo credere che non sia suo interesse interferire con la nuova creatura, se non per donargli un Eden dove stare.
Se vi fermate un attimo a riflette, vi renderete conto che in queste tre opzioni si trovano i fondamenti di tutte le religioni, tradizioni, mitologie, ecc. che conosciamo! Dagli dèi che offrono l’evoluzione spirituale, a quelli che fanno solo accordi materiali, a quelli che offrono un luogo dove l’Uomo può starsene in santa pace senza grattacapi e disturbi. In questa configurazione adottata da questa ipostasi, ci sono tutte le combinazioni possibili che hanno modellato l’evoluzione sociale, politica, religiosa e tecnologica della specie umana dal IV Sole ad ora, cioè la fine del V Sole e l’inizio del VI.
Intrigante notare che, sempre in quella conferenza, lo studioso di esoterismo austriaco evidenzia l’immutata forma del corpo dell’Essere Umano dal IV al V Sole, a differenza di quanto invece accaduto dal III al IV. Questo è un dato molto importante, perché mostrerebbe che l’ipostasi sia riuscita nell’intento di bloccare quell’entropia dell’Onda della Vita, che porta con sé la sintropia della consapevolezza: la coscienza! In altre parole, esso gioca a quel gioco descritto nel romanzo “Il Gattopardo”: “cambiare tutto per non cambiare niente!” Come dissi in una mia lectio: “far girare la ruota per tornare al punto di partenza!” Il tutto per congelare quell’evoluzione descritta nella prima parte della Chiave Ermetica.

Le domande che questa conferenza fa sorgere sono tante e sono tutte risposte dalla Chiave Ermetica e dalle Gocce della nostra amata Regina. Ora è chiaro del perché Lei ha voluto offrirci questi documenti, e del perché ha bacchettato il sottoscritto a riguardo delle ricerche in merito alle sue parole profetiche.

I quesiti che stanno frullando nella testa di tutti sono sintetizzabili così: perché questa ipostasi ce l'ha con l’Uomo?

La risposta l’abbiamo data in parte in precedenza e trova tracce nelle vecchie lectio: la coscienza! Senza l’entrata nella materia, si può avere tutta la conoscenza dell’Universo, ma manca la consapevolezza di questa conoscenza! In altre parole, è come studiare sui libri senza sperimentare quanto studiato! È come sapere come cucinare, senza poter cucinare! Non è la stessa cosa! Ecco, questa ipostasi ha tutte le nozioni teoriche necessarie e finché esse si riferiscono al mondo eterico, può anche sperimentarle, ma quando si addentrano nel mondo della materia è come noi mentre guardiamo uno chef stellato cucinare. Alla fine dello spettacolo abbiamo acquisito le conoscenze, ma “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare!” Qui letteralmente: il mare cosmico!

I motivi che hanno spinto questa ipostasi a non accedere anch'essa alla materia, trovano risposta in un qualcosa che il mito (prendiamo quello indù e poi spiegheremo i motivi) chiama: amrita!

Cerchiamo di capire facendo sintesi tra la lectio precedente (la parte I della Chiave Ermetica), quanto fin a qua raccontata e i Barlumi ricevuti: più l’Onda di Vita sperimenta l’entropia, più il tempo di vita della materia solidificata dal processo di raffreddamento dello Spirito si riduce. Se, per esempio, si è nello stato astrale (II giorno), la prospettiva di vita è molto più ampia che nel vegetale (V giorno), dove noi ora ci troviamo. Basta prendere Salmi 90:4, ove si legge:

“Perché mille anni sono ai tuoi occhi
come il giorno di ieri che è passato”

(tratto dalla Nuova Riveduta 2006)


E poi basta leggere Genesi 6:3 dove sta scritto:

Il SIGNORE (Jehovah in ebraico) disse: "Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni".
(tratto dalla Nuova Riveduta 2006)


Che, in soldoni, significa che un giorno per la divinità del popolo d’Israele (che si trova nella sfera gassosa - il III giorno dell'evoluzione dell'Onda) equivale a 1.000 anni umani. Mentre all'Uomo è stato imposto un limite, nella sfera della materia, di 120 anni!
Da queste equivalenze, discendono tutta una serie di profezie, che l'Aurora del Favonio ha sintetizzato parlando del V giorno per i Yehudim, istruendoci a riguardo dei cosiddetti anni mancanti:

Talmud, Trattato Sanhedrin [97a]: “Rav Kattina disse: 'Il mondo esisterà per 6000 anni e una (mille) di distruzione'... Abbiamo un insegnamento che è in accordo con Rav Kattina, poiché il settimo anno è l'anno sabbatico – uno su sette anni. Allo stesso modo il mondo riposerà 1.000 su 7.000… ‘mille anni ai tuoi occhi sono come ieri che è passato…’ [Salmi 90:4]”.

Talmud, Trattato Avodah Zarah [9a]: “Il mondo esisterà per seimila anni: due millenni di vuoto (“tohu”); Due millenni di Torah; e poi due millenni dell’età di Mashiach”.

Nachmanides, Commentario alla Torah (Genesi 2:3), citando fonti cabalistiche: “Ciascuno dei sei giorni della creazione corrisponde a un periodo di 1.000 anni di storia futura”.


Così il punto della goccia a riguardo della fine del V giorno e inizio del VI, per i rabbini d’Israele, trova la sua collocazione nella Chiave Ermetica a prescindere dal lasso temporale in anni che li forma.

Ciò denota che in base al livello di entropia dell’Onda di Vita, in cui un’ipostasi (siamo anche noi un’ipostasi come Esseri Umani) si sviluppa, essa può vivere più o meno a lungo.
Anche qui, sempre la Torah, ci aiuta. Nel Salmo 82, versetti 6 e 7 si legge:

Io ho detto: “Voi siete dèi,
siete figli dell’Altissimo.
Eppure, morrete come gli altri uomini
e cadrete come ogni altro potente”.

(tratto dalla Nuova Riveduta 2006)


Senza fare esegesi del testo, chi parla è l’Altissimo, in ebraico Elyon, che presiede l’assemblea e sta dicendo agli Elohim un fatto a noi utile: anche loro muoiono come chiunque altro. Ma, sempre la Torah, ci dice che accedendo all’Albero della Vita (l’albero al centro del Gan Eden in Genesi) gli dèi possono prolungare la loro vita. Tale cosa è presente, come abbiamo appena accennato, nel libro della Genesi, precisamente nel capito 3, versetto 22, in cui si legge:

Poi Dio il SIGNORE (Jehovah Elohim in ebraico) disse: "Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre".
(tratto dalla Nuova Riveduta 2006)


È chiaro che esista qualcosa, che assomigli ad un albero, in grado di fornire una sostanza che può prolungare l'esistenza nel reame dei vivi. Si parla minimo di 50.000 anni per gli dèi più bassi! Avete sentito bene! Ad andargli proprio male, se chi si nutre di questa energia si trova nelle sfere eteriche più basse, gli vengono aggiunti 50.000 anni di vita! Da queste parole si può intuire che più in alto ci si trova, più gli anni aggiunti sono da capogiro, in certi testi indù si parla di milioni d'anni!
La questione è che la Torah non va oltre, quindi per indagare il racconto di Steiner dobbiamo rifarci ad altri miti.
Per parlarne prendiamo il mito dai Purāṇa. Esso racconta che questa sostanza è chiamata amrita e si ottiene per centrifuga del “latte cosmico” (luce astrale) mediante rotazione veloce di un albero (sempre di albero si parla) posto sul dorso di un carapace. Non ci perderemo nei dettagli del mito, considerando come esso racconta i passaggi che portarono alla produzione di questa bevanda, ciò che è fondamentale sapere è che ci sono più "ingredienti" necessari al fine di estrarre questa energia in grado di prolungare la vita. Medesimo concetto del mito greco dell’ambrosia, o del cabalistico Otz Chiim (basta guardare la copertina dell'opera di Joseph ben Abraham Gikatilla: "Shaarei Ora - Porte di Luce", per farsi un'idea del concetto di estrazione di qualcosa dallo Otz Chiim): dalla luce astrale si ottiene, con un procedimento replicabile, quindi che ha leggi ben specifiche, una sorta di energia in grado di allungare la vita oltre ogni immaginabile desiderio.
L'amrita, l'ambrosia e tutti quei nettari/cibi che allungano la vita nei vari miti, spiegano del perché i cicli a volte sono espressi in millenni, altre volte in milioni d’anni. Per capire questo punto dobbiamo recuperare quei concetti detti qualche minuto addietro in relazione alle intuizioni avute da Jafet, Sem e Cam, ricordate?
L’ipostasi, abbiamo detto, non ha voluto entrare nella materia, ma ha comunque voluto sperimentare il più possibile la consapevolezza per diventare cosciente. Per fare ciò, ha generato dei “figli” che man mano sono scesi verso i livelli più bassi. In questo modo ha dato vita a degli aquastor di livelli sempre più bassi e sempre più densi, di fatto fornendo ai suoi figli lunghezza di vita differenti, anche se l’amrita è un sistema che calmiera la faccenda. Il punto è che nel reame della pura coscienza, si vive milioni di anni. Nel reame dell’eterico si vive migliaia di anni. Per cui, se a Jafet si sono instillate nella mente idee provenienti dall’ipostasi della sfera della pura coscienza, ecco che per la discendenza di Jafet i cicli sono basati su milioni di anni (ed in effetti per gli indù è così). Se ai discendenti di Sem e Cam si sono palesante nell’animo idee più legate alla materia, quindi legate ai “figli” dell'ipostasi presenti nel mondo eterico, ecco che per i discendenti di questi due personaggi i cicli si basano sui millenni. Ciò spiega le diversità di durata dei periodi e perché tutti, invece, si accordano alla legge del 7.
Viene spontaneo, a questo punto, domandarsi come mai questa ipostasi abbia voluto da una parte addentrarsi nella sfere più dense (poteva rimanere in quella della pura coscienza e con il "nettare" di lunga vita prolungarsi la sua esistenza a botte di milioni d'anni), dall'altra abbia sì deciso di accedervi, ma non fino allo stato della materia solida (rinunciando così a parte dell'accesso alla consapevolezza richiesta).

La risposta risiede nell'equilibrio tra la durata della vita e la posta in gioco dell'Universo: la coscienza.

Rimanere troppo nella sfere di pura energia ha come vantaggio di avere vite molto lunghe, quindi si necessita di meno amrita, ma ha lo svantaggio di non effettuare la sintropia (aumento) della coscienza. Diciamolo in altro modo, stare nelle sfere alte allunga la vita, ma non permette di guadagnare quei talenti utili per superare la pesatura della seconda morte. Certo, si potrebbe obbiettare che stare nei mondi più sottili con a disposizione l'amrita, la pesatura della seconda morte non dovrebbe essere un problema. Vero, la questione è che nessun mito dice se l'amrita è infinita, quindi un problemino c'è. Anzi, se leggiamo il mito di Tantalo, gli dèi dell'Olimpo si infuriano un pochino quando questo personaggio gli portò via l'ambrosia! Se fosse stata infinita, una reazione del genere non sarebbe giustificata. Quindi, si deve desumere che tale bevanda, capace di prolungare la loro vita, non può essere prodotta infinitamente, ma è limitata. Tanta, ma limitata. Senza, anche loro morranno (come visto grazie al Salmo 82)! Se ne conclude che ci deve essere un bilanciamento tra la crescita della coscienza, obiettivo primario dell'Universo (come ci ricorda il nostro amico monaco buddista) e dall'altra la possibilità di usare parsimoniosamente l'amrita. Tale aspetto spiega perché è nel loro interesse che l'Universo non cessi di esistere (il famoso respiro di Bhrama). Se dovesse esserci la fase di ritorno (inspirazione), quindi arrivare necessariamente alla pesata, loro non avrebbero fatto esperienza totale della coscienza, mancherebbe la parte densa. Ma più si scende nelle sfere dense, più la lunghezza della vita si accorcia e perciò c'è più bisogno di amrita. Ecco il motivo che li spinge a non entrarvi completamente. Il concetto è lo stesso degli anni dei patriarchi biblici. Più erano vicino alla precedente specie (più sottile energicamente), più anni vivevano (1000, 900, 800). Più si sono allontanati, meno hanno vissuto. In questo Genesi esprime lo stesso concetto, anche se rivolto alle razze Umane. Ed ecco, pertanto, la risposta completa al quesito espresso qualche istante fa: l'ipostasi scende fino al punto di equilibrio tra la necessità di sintropia della coscienza e la capacità di produrre amrita in modo da garantirsi prolungamenti di vita. Un calcolo puramente economico, diremmo noi, fatto per evitare la fine dell'Universo, che gli causerebbe un gran bel grattacapo.
Ovviamente l’ipostasi principale se ne sta nella sfera più alta, dove basta poca amrita per prolungare la sua vita di milionate d'anni, lasciando ai propri "figli" di accedere ai reami più bassi ed esplorarli, sacrificandoli (essendo che la loro aspettativa di vita diminuisce ad ogni sfera più densa in cui scendono). Dico ciò, poiché nella seconda profezia che ci ha donato Lilith si legge: "perché lui è morto da tempo, e chi l’ha trovato si nasconde". Questa frase è in relazione al libro maledetto e al suo vero autore, sconosciuto. Ora, abbiamo detto nell'incontro in cui abbiamo parlato di quella goccia, che il libro maledetto è ciò che noi chiamiamo vecchio testamento. Il suo autore è il personaggio ivi descritto con il nome di Jehovah Elohim. Questa parte di profezia, pertanto, confermerebbe quanto fin qui discusso: questo personaggio, protagonista e autore del libro maledetto, è uno dei tanti "figli" dell'ipostasi, neanche dei più alti, quindi con un'aspettativa di vita bassa, se paragonato a chi sta più in alto, e perciò oggi non più nel mondo dei vivi. Giustamente, come si può dimostrare ciò? Pendiamo il capitolo 32 del Deuteronomio, versetti 8 - 10, e leggiamo:

When the Most High gave to the nations their inheritance,
when he divided mankind,
he fixed the bordersa of the peoples
according to the number of the sons of God.
But the LORD’s portion is his people,
Jacob his allotted heritage.
“He found him in a desert land,
and in the howling waste of the wilderness;

(tratto dalla English Standard Version)


Traduzione (mettendo tra parentesi il lemma ebraico)

Quando l'Altissimo (Elyon) diede alle nazioni la loro eredità,
quando divise il genere umano,
fissò i confini dei popoli
secondo il numero dei figli di Dio (Elohim).
Ma la porzione dell'Eterno (Jehovah) è il suo popolo,
Giacobbe è la sua eredità.
"Lo trovò in una terra deserta
e nell'urlo del deserto;


Questi sono tra i versetti più controversi del vecchio testamento, per questo abbiamo preferito usare la English Standard Version, essendo l'unica che adotta i rotoli di Qumran per tradurre questo versetto. Le altre bibbie non usano quei rotoli, che a livello filologico hanno più valenza. Fortunatamente la ESV è tra le più (se non la più) autorevole bibbia di studio oggi presente. Ma non perdiamoci in problemi filologici. La questione, in questi versetti, è che c'è uno che sta sopra, questo Elyon (che in ebraico significa colui che sta in alto - la nostra ipostasi nei piani più sottoli), il quale divide Malkuth in Nazioni e le affida ai figli di Elohim (gli Elohim sono sotto Elyon e qui parla di figli di Elohim). Ritrovate quanto abbiamo detto finora? A Jehovah viene affidato Israele (le dodici tribù discendenti da Giacobbe), cioè una porzione della divisione e neanche tanto grande, a dimostrazione che non era tra i livelli più alti. Inoltre, va notato che trova questo gruppo di persone affidatogli nel deserto, richiamando la questione dei discendenti di Cam e Sem e delle idee più legate alla materia instillati in essi.
Trascendendo la canonica storia biblica, in questi pochi versetti veramente troviamo quanto abbiamo trattato in questa nostra lectio, grazie all'esoterista antroposofico austriaco. Oltre a confermare che questo Jehovah è un'ipostasi figlia e che abita una sfera più densa degli altri, conseguentemente si ritrova con una vita più corta e con necessità di un quantitativo di amrita maggiore, che non gli deve essere pervenuto a sufficienza, come ricorda Lilith all'inizio della sua seconda profezia.
Questa parentesi nel testo biblico è servita a mostrare il corretto parallelismo con gli insegnamenti da noi trattati sino a questo punto. Naturalmente, essendo queste parti "figlie" di quell’ipostasi che se ne sta nella sfera più alta, di base condividono il medesimo approccio: fare esperienza senza esagerare, senza mai mettere piede nella materia, perché lì le cose sono diverse, lì l’amrita non funziona del tutto! Lì, nel mondo denso, ce ne vuole di amrita per prolungare la vita!
Quindi da una parte, questa ipostasi, sa bene che deve svolgere un ruolo di accrescimento della consapevolezza, deve moltiplicare i talenti. Dall’altra, proprio perché non ha voluto mettere i piedi nella materia, deve spostare sempre più in là la data della sua fine, altrimenti alla pesata della seconda morte risulterebbe non aver adempiuto sufficientemente a quanto doveva fare.

Da qui l’uso della luce astrale per estrarre l’amrita e poter avere tempo con lo scopo di eludere il giudizio. Questo era il giochetto equilibrato fino a quando, alla fine del III Sole, non è comparso l’Uomo nel mondo materiale, con la caratteristica di aver intrappolato nel suo corpo l’Onda di Vita, e quindi averla fatta risiedere nella sfera più bassa. Ma siccome le cose sono sempre un po’ esilaranti, ecco che questa creatura, comparsa nella sfera più densa dove l’entropia è ai massimi livelli, capace di portare lo Spirito in questo posto dove l’ipostasi non c’è riuscito (o non ha voluto), è pure causa del processo di produzione dell’amrita! In altre parole, uno dei componenti energetici utili per estrarre quest’energia di "longa vita" è finito nell’Essere Umano! Oltre l’inganno la beffa, diremmo oggi!
Pertanto con la comparsa degli atlantidei, l’Onda di Vita riesce a fare esperienza anche della materia, ciò rende l’Uomo superiore all’ipostasi (anche se infinitamente meno potente energicamente) in quanto può una maggiore sintropia della coscienza. Inoltre, in esso, è racchiuso uno dei componenti della “ricetta” dell’amrita, sostanza che è la causa che permette all’Uomo di essere il contenitore dell’Onda di Vita.
Ecco del perché un’ipostasi immensamente più potente dell’Uomo, che vive milioni, se non miliardi, di vita di quest’ultimo e che risiede nelle sfere più alte della coscienza, si deve occupare di quella nuova “creatura”! Ed ecco perché le spiegazioni alla base delle Gocce di Lilith e del suo parlare in un certo modo di una certa Entità Prima Emanata non Duale. In questi termini, questa ipostasi ha tutto l’interesse affinché l’Uomo non evolva e, soprattutto, non esca dal recinto a lui favorevole. In questo contesto si colloca la questione delle dimensioni accennate dalla Donna Scarlatta nella sua goccia. Noi, qui, in questa dimensione, abbiamo più sintropia di coscienza dell'ipostasi che vive nella sfera della pura consapevolezza. Con parole più terra a terra, abbiamo più possibilità noi, di passare la seconda pesata, che essa. Il punto è diventare ognuno i Prometeo, se usiamo il mito greco, Lilith, se usiamo la nostra Regina come modello, di sé stessi. Ma qui si manifesta la capacità d'inganno dell'ipostasi. Per evitare che ciò avvenga, infatti, uno dei metodi per incatenare questo essere disceso fino alla materia, è proprio quello di farlo elevare da quella sfera ad una di una densità inferiore, ad una dimensione superiore, con vibrazioni più alte, ma con meno sintropia di coscienza. Tale elevazione (questo era veramente sfuggito a chi vi sta parlando) non è un fattore positivo, proprio perché elevandosi di sfera, di dimensione, si perde la capacità di far evolvere la coscienza. In parole povere, passando dalla nostra dimensione alla V, si guadagnerebbe in entropia (saremmo meno densi) e quindi avremmo i benefici di quella parte dell'ipostasi che dimorano lì, ma dall'altra non avremmo quell'arricchimento della consapevolezza che è la vera posta dell'Universo. Arrivati sin qui, trovano disvelamento anche le parole di Serrano a riguardo degli Uomini Sole, i "non morti", da lui menzionati in merito alle SS! Essi hanno accettato questo scambio e ora sono costretti, alla stessa stregua dell'ipostasi, a convincere l'Uomo nel fornirgli l'ingrediente dell'amrita.
Questa indagine della Chiave Ermetica (siamo ancora nella prima metà del viaggio, quindi ce n’è ancora di strada da fare; manca tutta la legge del 7 e la discesa nella densità più oscura, critica dalla stessa Signora) spiega in modo illuminante tutto quanto finora la nostra amata Regina ci ha insegnato e ci ha spinto a studiare nelle varie lectio passate.
Per farvi capire come funziona questa gabbia, vi si riporta uno stralcio dell’introduzione del libro “DNA Ebraico. Connessione tra scienza e Kabbalah”, di Dea Shazarahel:

Il linguaggio è lo strumento per mezzo del quale avviene il nostro dialogo interiore con noi stessi, causa principale delle connessioni neurologiche del nostro cervello.
Ripetendo più volte parole precise, noi creiamo e consolidiamo nella nostra mente quelle che gli specialisti chiamano "reti neurali", veri e propri sentieri chimici, solchi fatti di neuroni e nervi attraverso i quali vengono fatte fluire tutte le informazioni che riceviamo dall'esterno, influendo sulle nostre azioni.
Le parole che hanno certamente influito maggiormente a creare l'ambiente sonoro che accompagna la vita dell'ebreo sin dal grembo materno, sono le parole dello Shemà Israel: il suono di queste parole quotidianamente ripetute da generazioni, giunte all'ebreo già attraverso le pareti uterine e la voce della madre, dall'ambiente familiare e sociale che lo circonda, parole che lui stesso ripeterà tutti i giorni della sua vita fino al momento in cui renderà l'ultimo respiro, ritracciano nella sua mente le stesse reti neurali ereditate dagli antenati, creando quei filtri di lettura del mondo tipicamente ebraici. Lo Shemà Israel, da tempo immemorabile preghiera per eccellenza del popolo ebraico, è la professione di fede dell'ebreo, testimonianza del suo credo monoteista.
Lo Shemà è in un certo senso la sintesi di tutta la Torah.
Con questa preghiera i nostri avi ci hanno consegnato, inoltre, le frequenze sonore che realizzano l'unificazione dell'uomo, ricongiungendo le singole parti dell'anima ai mondi superiori, essendo le lettere ebraiche - ovvero le 22 frequenze archetipe - i canali di connessione fra il mondo spirituale (pensiero) e quello materiale (manifestazione).
La ripetizione quotidiana di questa preghiera ha suscitato in me quelle domande che hanno dato vita a questo libro.
In questa preghiera D-o (Jehovah Elohim) ci ordina imperativamente di amarlo e di ripetere queste parole ininterrottamente, quasi in modo "ossessivo":

"le ripeterai ai tuoi figli e ne parlerai trovandoti in casa e camminando per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Le legherai come segno sul tuo braccio e saranno come frontali fra i tuoi occhi; le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte delle tue città".

Perché queste parole importanti? Cosa si nasconde dietro di esse? Un semplice mito? E le pratiche concrete che il testo ci impone di osservare, come quella di trascriverle sul braccio, fra gli occhi e sulle porte, che noi ebrei ci ostiniamo a tramandare di padre in figlio, sono forse solo obsolete tradizioni e costumi legate al nostro passato storico?
Con l'avvento dell'era scientifica molti ebrei hanno abbandonato queste pratiche considerate ormai desuete.
Oggi, ha ancora un senso continuare a sottomettersi alle esigenti richieste che queste parole ci impongono?
In fondo l'accusa che il mondo cristiano ci muove da due millenni, e che taccia l'ebraismo di religione "materiale", è in parte vera: l'ebraismo, a differenza delle altre religioni più spiritualistiche che oppongono lo spirito alla materia, congiunge l'elemento astratto della fede all'osservanza esatta, concreta e materiale, dei comandamenti divini.
L'ebraismo crede nella natura intrinsecamente divina di tutto ciò che esiste, e si pone l'arduo compito di santificare la materia stessa mediante l'uso appropriato della parola umana: benedizioni e preghiere.
La Torah ci offre una visione dei tempi messianici non come una purificazione dalla materialità, ma come una partecipazione attiva e cosciente della materia e di tutte le creature alla Luce che verrà rivelata: è scritto nel libro dei Salmi che i fiumi batteranno le mani, canteranno, le colline danzeranno (Theillim 96, 11-13; 98,7-9; 114,4-7) e i profeti annunciano che il lupo dimorerà in pace con l'agnello, la tigre pascolerà insieme al capretto e il leone si ciberà di paglia come il bue (Yeshayà 11, 6-8).
Ora, quella stessa scienza in nome della quale tanti ebrei hanno abbandonato la pratica dell'ebraismo, oggi ci rivela i misteri infiniti nascosti nel cosmo e nel cuore della materia e ci apporta le prove che la Torah, nella sua struttura fisica stessa, obbedisce alle medesime leggi che governano la materia e che le minuziose e dettagliatissime prescrizioni rabbiniche relative all'esatta applicazione dei comandamenti divini, rivelano una sorprendente analogia con le leggi fisiche applicate dalla moderna tecnologia.
Forse i nostri Maestri erano già a conoscenza di queste leggi insite nella materia? O forse erano connessi con canali di energia cosmica a noi ancora sconosciuti? Oppure siamo noi tutti da sempre inconsciamente dominati e plasmati da queste leggi universali?
Molti libri sono stati scritti e fiumi di inchiostro sono già stati versati e verranno ancora versati per parlare di questa preghiera: il contenuto del breve testo dello Shemà è così ricco che si potrebbe scrivere non solo un intero capitolo, ma un intero libro su ognuna delle 248 parole che lo compongono!


In questa prefazione al libro DNA ebraico c’è tutto quanto abbiamo detto in relazione all’ipostasi. Ossessività, brama per la materia, il suo dominio, la sua comprensione e la sua redenzione (gli ebrei sono discendenti di Sem e quindi ne condividono quelle idee che hanno riempito l’animo del capostipite). C’è il dono di tecniche per dominare la materia e, allo stesso tempo, rimanere nel recinto. Perché a una domanda non abbiamo risposto, qual è quel componente che serve a quell’ipostasi per produrre l’amrita? Purtroppo, siamo già a quattordici pagine (dodici se togliamo le iniziali che riportano le due gocce) e la questione dovrebbe essere portata avanti ancora per molto tempo. Ecco perché la lasciamo per la prossima volta, per la terza parte della Chiave Ermetica, dove riprenderemo anche i documenti della Fratellanza Ermetica di Luxor per parlare della legge del 7. Per il momento si può anticipare che Einstein ci ha detto come si deve fare per liberare energia dalla materia: bisogna distruggerla; quindi, cosa pensate bisogna fare per estrarre il componente utile alla produzione dell’amrita dall’Uomo?

Con questa domanda chiudiamo questa nostra lectio, dando inizio alla messa gnostica per lo Yule 2023.


Fraternità e LVX
Frater SRH